03 Mag La disinfezione, quanta confusione
Consultando internet sulla disinfezione ho scoperto che esiste un’enorme confusione sulla terminologia e sulla sua applicazione. In diversi articoli ho riscontrato molto di quello che TecWash cerca di far capire con le proprie lavatrici. Il corretto approccio deve essere la pulizia degli oggetti e non l’uso intensivo di disinfettanti. Di seguito estrapolo alcuni passaggi di due articoli diversi, uno prima del Covid è l’altro durante il Covid.
La disinfezione, quanta confusione
Estratto dall’articolo: La disinfezione, quanta confusione (anno 2014)
La pubblicità ci bombarda costantemente con la necessità di disinfettare le nostre case. Ascoltando radio e TV sembrerebbe che le abitazioni siano costantemente sotto assedio e noi in pericolo di vita. Sebbene questa sia una dura verità (noi viviamo costantemente a contatto con milioni di virus e batteri) non vuole dire che dobbiamo per forza vivere sotto una campana di vetro.
La presenza batterica comunque è efficacemente contrastata dai nostri anticorpi che ci difendono dagli attacchi, a patto che:
– il numero di batteri non sia esageratamente elevato. Vivere in un ambiente sporco aumenta il rischio di contagio quindi è necessario mantenere una buona pulizia. Questo perché lo sporco è un ottimo cibo per germi e batteri quindi più sporco più cibo e maggiore carica batterica. Per contro una buona pulizia mantiene la carica batterica a livelli più che accettabili e non pericolosi.
– il nostro organismo sia in buona salute. Abbiamo detto che gli anticorpi ci difendono bene dagli attacchi esterni a patto che non siamo in quel momento debilitati. L’età poi è molto importante, bambini ed anziani sono certamente più deboli e più facilmente vulnerabili.
Salvo casi particolari, è di solito sufficiente mantenere una pulizia adeguata senza bisogno di utilizzare disinfettanti chimici tra l’altro piuttosto inquinanti e non sempre del tutto innocui.
Evitiamo poi l’uso di candeggina assolutamente inutile per pulire, molto inquinante e con poteri disinfettanti non sempre certi. Ricordiamo che nella disinfezione vengo uccisi almeno il 99% di germi e batteri nonchè qualsiasi forma di vita. Per poter sterminare questi esseri viventi è necessario prima di tutto ridurli allo stremo delle forze togliendo loro il cibo quindi eliminando a fondo lo sporco, loro principale fonte di nutrimento. Quindi sulla superficie pulita, risciacquata ed asciugata si utilizzano i disinfettanti.
La disinfezione è un’operazione importante che va eseguita con tecnica e capacità se si vogliono raggiungere buoni risultati.
Una disinfezione efficace è influenzata da:
– perfetta pulizia
– prodotto utilizzato
– dosaggio
– tempo di contatto
– temperatura
– pH
– risciacquo
Analizziamo ora i punti uno per uno :
PERFETTA PULIZIA
Utilizziamo un detergente appropriato e seconda del tipo di sporco che dobbiamo rimuovere. Ricordiamoci di risciacquare a fondo.
PRODOTTO UTILIZZATO
Esiste il problema legato l’assuefazione dei micro organismi ai disinfettanti con la conseguenza di creare ceppi batterici resistenti. Questo problema è ben noto in medicina con il moltiplicarsi dei super batteri resistenti agli antibiotici ma la stessa cosa succede anche nel campo delle pulizie. Negli ospedali ci sono tabelle specifiche per alternare gli interventi di disinfezione cambiando ogni 3 mesi il principio attivo utilizzato. Si è provato infatti che in tale periodo germi e batteri non sviluppano assuefazione ai prodotti usati. Utilizzare quindi per anni lo stesso prodotto disinfettante potrebbe causare seri problemi.
DOSAGGIO
Utilizzare un disinfettante in dosaggi non corretti, che non è in grado di uccidere germi e batteri può nel tempo provocare assuefazione.
TEMPO DI CONTATTO
Qualsiasi disinfettante (a parte alcuni rari esempi) non agisce immediatamente ma ha bisogno di tempo. Normalmente si parla di 10 minuti a temperatura ambiente (20/25 gradi).
TEMPERATURA
La temperatura può influenzare il tempo di contatto. Alzando la temperatura si può teoricamente abbassare il tempo di contatto. Attenzione però, non tutti i prodotti possono essere utilizzati a temperature elevate.
pH
Il pH è un punto dolente delle disinfezione. Molti prodotti disinfettanti specie se a base di sali d’ammonio quaternari agisco solo in uno stretto spicchio di pH che va da 6 a 8. É quindi necessario dopo l’utilizzo di un qualsiasi detergente risciacquare molto bene prima di passare alla fase di disinfezione. Addirittura in alcuni rari casi è anche necessario neutralizzare.
RISCIACQUO
Dopo avere disinfettato è necessario risciacquare oppure no? Prima di rispondere a questa domanda è doveroso porsi un’altra domanda. Dopo la disinfezione cosa succede? Con tale pratica abbiamo eliminato il 99% di tutti gli esseri viventi sulle superfici. Ma questi tentano ben presto di riprendersi il terreno perduto. Il ritorno dello sporco e quindi del cibo, naturalmente li aiutano nello scopo. Il disinfettante quindi oltre che ad una azione immediata espleta anche un effetto barriera contro la proliferazione batterica chiamato effetto batteriostatico. Questa caratteristica non mira all’uccisione dei micro organismi ma ne impedisce la riproduzione. Se risciacquiamo le superfici perdiamo questa importante peculiarità del disinfettante.
Attenzione però, se l’oggetto del nostro intervento è una posata o un giocattoli o qualsiasi cosa vada a contatto con la bocca o alimenti, è assolutamente necessario risciacquarlo prima dell’utilizzo (come impone anche la normativa).
Come avrete notato disinfettare è una tecnica piuttosto importante e complessa che deve essere posta in atto solo se assolutamente necessaria. In caso contrario è inutile, dispendiosa e inquinante. Ricordiamoci sempre che nella disinfezione uccidiamo degli esseri viventi e per fare ciò dobbiamo utilizzare dei “veleni”. Ma anche noi siamo esseri viventi e quei veleni possono nuocere anche a noi. Quindi meno ne usiamo e meglio è per tutti.
autore dell’articolo completo: Giovanni Cantello
Coronavirus: perchè il sapone è preferibile alla candeggina
Estratto dall’articolo NationalGeographic.it – Coronavirus: perchè il sapone è preferibile alla candeggina (anno 2020)
Per 5.000 anni gli essere umani hanno inventato prodotti per la pulizia, ma la semplice combinazione di acqua e sapone rimane una delle armi più potenti contro le malattie infettive, incluso il nuovo coronavirus. Tuttavia, quando scoppiano epidemie come quella del COVID-19 e si scatena il panico, la gente si precipita a comprare detergenti chimici e disinfettanti di ogni tipo, molti dei quali non sono necessari o sono addirittura inefficaci contro il virus.
Usare la candeggina “è come usare una mazza per schiacciare una mosca”, afferma Jane Greatorex, virologa dell’Università di Cambridge. Questa sostanza può anche corrodere il metallo e portare ad altri problemi respiratori, se inalata troppo a lungo. “Se si utilizza la candeggina su una superficie molto sporca, lo sporco divorerà la candeggina” afferma Lisa Casanova, scienziata per la salute ambientale della Georgia State University. Lei e altri esperti infatti raccomandano l’uso di saponi più delicati, come il detersivo per piatti con cui poter sanificare facilmente le superfici interne ed esterne.
Per comprendere appieno il motivo per cui i funzionari sanitari continuano a insistere sul sapone, è di aiuto capire come il coronavirus esiste al di fuori del corpo e capire quali risultati hanno prodotto le prime ricerche sulla permanenza del virus sulle normali superfici.
La principale via di infezione da coronavirus è la trasmissione da persona a persona. Il contatto stretto come un abbraccio, una stretta di mano o gli spazi affollati consentono alle persone infette di diffondere facilmente le loro goccioline respiratorie, che in genere sono emesse da starnuti o colpi di tosse.
Ma poiché le goccioline respiratorie sono pesanti, in genere cadono facilmente a terra. A seconda di dove atterrano, potrebbero persistere su una superficie prima di essere toccate da una mano che porta il virus al naso o alla bocca, causando l’infezione.
Tutti i virus sono frammenti di codice genetico raggruppati all’interno di una serie di lipidi e proteine che possono includere un involucro a base di grasso, noto come un involucro virale. Distruggere un virus con involucro richiede meno sforzo rispetto ai virus senza involucro, come il norovirus che colpisce lo stomaco e può rimanere attivo anche per mesi sulle superfici. I virus con involucro in genere sopravvivono al di fuori di un corpo solo per pochi giorni e sono considerati tra i più facili da debellare, perché una volta che il loro fragile strato esterno viene distrutto, iniziano a degradarsi.
Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha esaminato per quanto tempo il virus può essere rilevato su materiali diversi. Dylan Morris, biologo evoluzionista della Princeton University e co-autore di questo studio, afferma che la missione dello studio condotto consisteva nell’indagare quali superfici presenti in contesti medici potrebbero fungere da potenziale luogo di accumulo del virus e veicolo di infezione dei pazienti. Lo studio presenta però dei limiti. Il team ha esaminato il virus in un ambiente di laboratorio altamente controllato. Gli spazi che vengono comunemente toccati, come la ringhiera di una scala o un palo di un autobus, avrebbero una maggiore quantità di virus e presenterebbero un rischio maggiore di infezione.
Indipendentemente da ciò che si tocca, il sapone e l’acqua sono il modo migliore per rimuovere qualsiasi potenziale coronavirus dalle mani prima che questo possa portare a un’infezione.
Il sapone funziona in modo così efficace perché la sua chimica fa leva sull’involucro esterno del coronavirus e lo degrada. Le molecole di sapone intrappolano quindi i piccoli frammenti del virus, che vengono lavati via nell’acqua. I disinfettanti per le mani funzionano in modo simile distruggendo le proteine contenute nel virus.
Autore dell’articolo completo: Sarah Gibbens
Conclusione
Nel primo articolo si parla dell’ambiente di casa, in prima battuta vi chiederete “perchè lo utilizziamo come confronto con l’ambiente scolastico infantile?” Il motivo è molto semplice, è questo infatti il modello di riferimento che viene utilizzato nella pratica quotidiana degli asili nido e scuole materne. In entrambi si pratica la disinfezione senza rispettare le regole fondamentali della corretta sanificazione. Per quanto riguarda invece la pulizia dei giocattoli nelle strutture infantili, la disinfezione chimica viene eseguita in modo molto più intensiva, perchè la sanificazione dei giochi è troppo complicata ed onerosa.
Nel secondo articolo si specifica come la pulizia frequente sia un’ottimo sistema per limitare la diffusione dei virus. Sappiamo che l’uso intensivo dei disinfettanti nuoce alla natura e alla salute, nei bambini porta ad un aumento delle allergie e il rischio di intossicamento. Solo in casi specifici si consiglia di usare la disinfezione chimica controllata.
Le nostre lavatrici ToysWash, grazie al meccanismo brevettato e ai sensori, oltre ad effettuare una perfetta pulizia di tutte le superfici di oggetti, anche complessi, eseguono un controllo del dosaggio, della temperatura e dei tempi di lavaggio e risciacquo. Ove è possibile con il risciacquo eseguiamo anche una disinfezione termica e solo dove esiste la necessità consigliamo di installare il nostro Kit di disinfezione chimica controllata.
Tasinato Maurizio – TecWash Srl